Verband Schweizer Filmklubs und nicht-gewinnorientierter Kinos
Association suisse des ciné-clubs et des cinémas à but non lucratif
Associazione svizzera dei circoli del cinema e dei cinema senza scopo di lucro
Swiss Association of Film Societies and Non Profit Cinemas

Schweizer Filme im Tessin

UN PO' DI CINEMA SVIZZERO
Schweizer Filme in Tessiner Filmklubs



Lugano – Locarno – Bellinzona
4 - 29 aprile 2008
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LuganoCinema 93 - Cinema Iride


giovedì 10 aprile, 20.30
Die Seilbahn di Claudius Gentinetta, Frank Braun
I was a Swiss Banker di Thomas Imbach

giovedì 17 aprile, 20.30
La valise di Kaveh Bakhtiari
Zu Fuss nach Santiago de Compostela di Bruno Moll

Dal 24 aprile LuganoCinema93 proseguirà l'omaggio al cinema svizzero con la rassegna Enigma Helvetia, in collaborazione con il Museo Cantonale e il Museo d'Arte Moderna di Lugano.



Circolo del cinema Locarno - Cinema Morettina Locarno


venerdì 4 aprile, 20.30
Zu Fuss nach Santiago de Compostela di Bruno Moll

venerdì 11 aprile, 20.30
Die Tunisreise di Bruno Moll

venerdì 18 aprile, 20.30
Pas douce di Jeanne Waltz

venerdì 25 aprile, 20.30
Retour à Gorée di Pierre-Yves Borgeaud

lunedì 28 aprile, 20.30
Die Seilbahn di Claudius Gentinetta, Frank Braun
La valise di Kaveh Bakhtiari
Heimatklänge di Stefan Schwietert


Circolo del cinema Bellinzona - Cinema Forum 1 - 2


martedì 15 aprile, 20.30
Gli ultimi contadini di montagna di Prugiasco di Remo Legnazzi
Alla presenza del regista Remo Legnazzi

sabato 19 aprile, 18.00
Die Tunisreise di Bruno Moll

martedì 22 aprile, 20.30
La valise di Kaveh Bakhtiari
Schwarze Schafe di Oliver Rihs, 84'

mercoledì 23 aprile, 8.30
Roulette di Mohammed Soudani
Proiezione per le scuole aperta al pubblico.
Alla presenza del regista Mohammed Soudani e della produttrice Tiziana Soudani.


Sabato 26 aprile, 18.00
Retour à Gorée di Pierre-Yves Borgeaud

martedì 22 aprile, 20.30 Die Seilbahn di Claudius Gentinetta, Frank Braun
Heimatklänge di Stefan Schwietert

Entrata : fr. 10.-/8.-/6.-

UN PO' DI CINEMA SVIZZERO


“Diversità, abbondanza, apertura sul mondo”: con queste tre parole chiave Ivo Kummer definiva in gennaio la vetrina dei film svizzeri 2007 in programma alle 43.e Giornate di Soletta; e aggiungeva che “le storie portate sullo schermo provengono quest'anno da tutti gli angoli del pianeta o quasi”.

Un cinema nomade, quindi, che non si accontenta più di chinarsi soltanto sulla realtà del nostro paese, ma che aspira al viaggio oltre le frontiere, per gettare uno sguardo su altri mondi e su altre culture.

Così questa nostra tradizionale selezione di film svizzeri realizzati nell'anno appena trascorso ci permetterà anche di viaggiare molto lontano: guidati da Bruno Moll, potremo seguire i passi dei pellegrini sulla strada che porta a Santiago de Compostela (Zu Fuss nach Santiago de Compostela), oppure ripercorrere il periplo di Paul Klee in Tunisia, accompagnati anche da un esperto di quel paese e della sua cultura, il cineasta Nacer Khemir (Die Tunisreise). Pierre-Yves Borgeaud, da parte sua, si affida alla ricerca musicale del cantante africano Youssou N'Dour per portarci da Atlanta a New Orleans, da New York a Lussemburgo, con meta finale il Senegal, Dakar e l'isola di Gorée, dove gli schiavi venivano caricati sulle navi che li avrebbero portati nel “Nuovo Mondo” (Retour à Gorée). Oliver Rihs ci conduce per mano nella città che è ormai la sua, Berlino, alla scoperta di una realtà marginale ignorata dalle guide turistiche.

Ma c'è anche chi rimane in patria, o meglio, viaggia all'interno dei confini di una nazione che continua ad illudersi di essere un'isola speciale nel grande mare europeo, per farci scoprire, invece, come il mondo esterno faccia irrimediabilmente parte di noi. Thomas Imbach non ha bisogno di lasciare le rive del lago di Costanza per renderci complici di un viaggio senza limiti: basta immaginare il tuffo di un banchiere svizzero nelle acque del lago per portarci ovunque, anche in un universo popolato da streghe inquietanti e dolci sirene (I was a Swiss Banker). E c'è chi, come Remo Legnazzi, da Berna ritorna in Val di Blenio, per fare il punto, trent'anni dopo Cronaca di Prugiasco, sulla situazione dei rari contadini di montagna rimasti. O chi, come Stefan Schwietert, si occupa di musicisti svizzeri (o residenti in Svizzera) che tendono un orecchio alla musica tradizionale ma con l'altro stanno ben attenti a captare i suoni del mondo, che possono portarli persino a visitare le steppe della Mongolia (Heimatklänge). O ancora chi, stabilitosi da tempo in Portogallo, come Jeanne Waltz, ritorna sulle alture del Giura per raccontarci la singolare storia di una ragazza a cui quel mondo va oltremodo stretto (Pas douce). E per finire c'è anche chi, algerino di origine come Mohammed Soudani, non si muove da Lugano, dove però interagiscono personaggi che vengono dall'Albania o dalla Colombia (Roulette).

Il cinema svizzero è ormai diventato un cinema all'insegna del meticciato e questa sua evoluzione non fa che riflettere l'evoluzione del mondo. C'è quindi da sperare che siano definitivamente cadute le barriere psicologiche che in passato ci inducevano a pensarlo come un cinema un po' provincialotto, prigioniero di una tradizione culturale ora esaltata ora contestata, ma che comunque finiva per considerare la Svizzera come l'ombelico del mondo. Oggi i cineasti svizzeri studiano all'estero, viaggiano in tutto il mondo e denotano una curiosità insaziabile per tutto ciò che succede oltre i confini del nostro paese. Se si continua a parlare di “cinema svizzero”, è solo sulla base del luogo di residenza dell'autore o del produttore principale. Purtroppo il Ticino continua a dimostrarsi poco aperto a tutto ciò che nel cinema odora di rossocrociato: da qui la necessità di mantenere viva questa rassegna, che ogni anno porta sui nostri schermi un pugno di film che altrimenti sarebbero visti solo dagli addetti ai lavori.

Michele Dell'Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona
Cortometraggi

Die Seilbahn
Claudius Gentinetta, Frank Braun, 2008
Sceneggiatura: Claudius Gentinetta; montaggio: Marcel Ramsay; suono: Peter Bräker, Werner Haltinner; musica: Balz Bachmann; produzione: Claudius Gentinetta, Zürich., 35mm, colore, senza dialoghi, 7'
Cortometraggio d'animazione. In una teleferica intaccata dalle intemperie e dalla ruggine, un vecchio galleggia ad un altezza indeterminata. Durante il tragitto si offre una copiosa porzione di tabacco da fiuto. I suoi voluttuosi starnuti fanno oscillare pericolosamente la vecchia teleferica e la loro potenza a poco a poco fa scoppiare le pareti rassicuranti della cabina. Esposta senza più protezione alla neve e alla pioggia, la teleferica si eleva verso altitudini sempre più vertiginose. Eppure il vecchio non si abbandona passivamente al suo destino. Con un rotolo di adesivo cerca di costruirsi il proprio riparo.
Claudius Gentinetta è nato a Lucerna nel 1968. Formazione come grafico alla Schule für Gestaltung di Lucerna. Nel 1987, un semestre presso la classe di animazione al Politecnico di Liverpool. Dal 1989 al 1990, classe di animazione alla Gesamthochschule di Kassel. Dal1991, autore indipendente di fumetti e di film d'animazione. I suoi film: Hungry (1987), Life (1990), 40 Messerstiche (1990), Wohlstandskühe (1992), Amok (1997), Poldek (2003), Die Seilbahn (2008).
Frank Braun è nato nel 1965 a Winterthur. Dal 1992 al 2002 è gerente e programmatore del cinema Morgenthal a Zurigo. Dal 1993, fondatore e membro di “Fantoche”, Festival internazionale del cinema d'animazione di Baden; dal 2002 ne è il direttore. Dal 1996 fonda la Neugass Kino AG per il cinema Riffraff di Zurigo. Dal1998, gerente e programmatore del cinema Riffraff 1/2, Zurigo. Die Seilbahn è il suo primo film d'animazione.

La valise
Kaveh Bakhtiari, 2007
Sceneggiatura: Cédric Basso, Kaveh Bakhtiari; fotografia: Pietro Zurcher; montaggio: Kaveh Bakhtiari; suono: Marc von Stürler; musica: Malcolm Braff; interpreti: Maurice Aufair, Bella Weijnberg; produzione: Louise Productions, Vevey. 35mm, colore, v.o. francese, sottotitoli tedeschi e inglesi, 12'
Premio Kodak per il miglior cortometraggio svizzero a “Cinéma Tout Écran”, Ginevra 2007 Premio del pubblico alla “Regensburger Kurzfilmwoche” 2007 (Germania)
Michel si rinchiude nel bagno perché non vuole che Jeanne parta tre settimane in vacanza con le sue amiche. Jeanne e Michel sono sposati da 50 anni…
Kaveh Bakhtiari è nato nel 1978 a Teheran. Dal 1999 al 2003, studi all'ECAL (École Cantonale d'Art de Lausanne). Diploma di designer HES (Haute École Spécialisée) in comunicazione visiva, orientamento cinema. Ha realizzato i cortometraggi: L'écriveur (2001), Les mille mais une nuit / Le pays de Vaud (2002), Bleu-Blanc (2003), À demain (2004), Portrait chez Étienne / Icôgne (2005), La valise (2007).

Lungometraggi di finzione e documentari

I was a Swiss Banker
Thomas Imbach, 2007
Sceneggiatura: Thomas Imbach; fotografia: Jürg Hassler, Thomas Imbach; montaggio: Thomas Imbach, Patrizia Stotz; suono: Peter Bräker; musica: Balz Bachmann, Peter Bräker; interpreti: Beat Marti; produzione: Bachim Film, Zürich. 35mm, colore, v.o. svizzerotedesca, inglese, romancia, danese, svedese, sottotitoli francesi, 75'
Beat Marti nominato per la miglior interpretazione maschile al Premio del cinema svizzero 2008.
Fino a poco tempo fa, Roger era ancora un giovane e bel banchiere, vestito a puntino, che riusciva per l'ennesima volta a passare la frontiera, col sorriso sulle labbra, con i soldi in nero dei suoi clienti. Ma poi il patatrac: un doganiere lo prega di accostare con la sua macchina, i suoi nervi saltano, ferisce il doganiere e riesce a scappare e a tuffarsi nel lago di Costanza. Questo tuffo non solo lo catapulta lontano dalla sua carriera di banchiere, ma lo immerge in mondo completamente nuovo e sorprendente: un universo popolato di timide sirene bardate alla Lara Croft e di furbe streghe ladruncole che volano in elicottero. Come in una fiaba di Grimm, Roger deve superare tre prove per sfuggire al sortilegio delle streghe e trovare la felicità.
Thomas Imbach è nato nel 1962 a Lucerna. Cineasta indipendente residente a Zurigo, dal 1986 realizza con la propria casa di produzione Bachim Film documentari e film di finzione per il cinema. Filmografia: Schlachtzeichen (1988, docu-drama), Mai feiern (1991, cortometraggio), Restlessness (1991, fiction), Shopville-Platzspitz (1992, documentario), Well Done (1994, documentario), Ghetto (1997, documentario), Nano-Babies (1998, documentario), Happiness is a Warm Gun (2001, fiction), Happy Too (2002, documentario), Lenz (2006, fiction), I was a Swiss Banker (2007, fiction).

Pas douce
Jeanne Waltz, 2007
Sceneggiatura: Jeanne Waltz; fotografia: Hélène Louvart; montaggio: Éric Renault; suono: Henri Maïkoff; musica: Cyril Ximenes; interpreti: Isild Le Besco, Steven de Almeida, Lio, Christophe Sermet, Yves Verhoeven, Estel Bealem; produzione: Prince Film SA, Genève / Bloody Mary Productions, Paris / TSR, Genève / Rhône Alpes Cinéma. 35mm, colore, v.o. francese, sottotitoli inglesi, 85'
Premio del cinema svizzero 2008 per la miglior sceneggiatura; nominato per il miglior film.
Frédérique, infermiera ventiduenne, ha deciso di farla finita. Ma non è così facile morire. Fa' appello al suo coraggio, prepara la sua carabina, cerca la solitudine… quando improvvisamente la colpisce la voce di un ragazzo. Senza riflettere, Fred spara verso questo grido. Il colpo spacca il ginocchio di Marco, un ragazzo di 13 anni, che verrà ospedalizzato nel reparto di Fred. Dopo aver fatto tutto il possibile per non doverlo curare, Fred si rende conto che Marco le assomiglia: diffidente, aggressivo, rinchiuso all'interno di se stesso, pronto a colpire quelli che gli si avvicinano… L'esplosione di odio del ragazzo cade su Fred come un castigo gradito.
Jeanne Waltz è nata nel 1962 a Basilea. Dal 1981 al 1988, studia il giapponese e gestisce un piccolo cinema a Berlino. Dal 1989 vive e lavora in Portogallo, come scenografa, sceneggiatrice e regista. Ha realizzato i cortometraggi A incubadora (1994), La couveuse (1995), Morte Macaca (1997), O que te quero (1998), La reine du coq-à-l'âne (1999), As terças da bailarina gorda (2000) e i lungometraggi di finzione Daqui p'rá alegria (2003) e Pas douce (2007).

Schwarze Schafe
Oliver Rihs, 2006
Sceneggiatura: Oliver Rihs, Michael Sauter, Daniel Young, Thomas Hess, David Keller, Olivier Kolb; fotografia: Olivier Kolb; montaggio: Andreas Radtke, Sarah Weber; suono: Florian Kühnle; musica: King Kahn; interpreti: Robert Stadlober, Robert Lohr, Tom Schilling, Oktai Oezdemir, Eralp Uzun, Bruno Cathomas, Marc Hosemann, Daniel Zillmann, Barbara Kowa, Jule Böwe, Kirk Kirchberger, Frank Giering; produzione: Oliwood Productions, Oliver Rihs, Stäfa / Koboi Film, Olivier Kolb, Berlin. 35mm, colore e bianco e nero, versione originale tedesca, sottotitoli francesi, 91'
Nominato per il miglior film e per la miglior sceneggiatura al Premio del cinema svizzero 2008.
Per molti il 13 porta sfortuna. A Berlino, città in fallimento, 13 personaggi di secondo piano lottano per due giorni e due notti, lontano da ogni morale, per accedere al successo e alla prosperità materiale. Non trascurano nessun mezzo, per quanto grottesco, per arrivare al loro fine… ma falliscono miseramente. Eppure, in certi momenti di questa pazzia che è la vita, sanno riconoscere che la ricchezza può essere qualcosa di ben altro che il denaro. Un periplo impietoso attraverso i valori e le cartelle cliniche della nostra società. Così oscuro, brutale e surrealista come la realtà. Riderà chi potrà!
Oliver Rihs è nato nel 1971 a Männedorf. Formazione come Grafic-Designer. Dal 1995 assistente alla regia, alla produzione, allo script e all'illuminazione. Dal 1999 è attivo come regista e sceneggiatore. Ha realizzato i cortometraggi Stranger out there (1996), Ricard (1997), Lilion (1999) e i lungometraggi di finzione Brombeerchen (2002) e Schwarze Schafe (2007).

Roulette
Mohammed Soudani, 2007
Sceneggiatura: Elvira Dones, Gianluca Bomprezzi; fotografia: Riccardo Brunner; montaggio: Gianni Schmidhauser; suono: Paolo Logli; musica: Corry Knobel; interpreti: Pietro Sermonti, Genti Kame, Jacqueline Lustig, Stefania Rivi; produzione: Amka Films Productions, Bavosa /TSI. dvd, colore, v.o. italiana, sottotitoli francesi, 94'
Max, rampollo di una ricca famiglia luganese, sembra esser uscito da una fase di dipendenza da gioco e autodistruzione. La sua vita s'incrocia per caso con quella di Ilir, giovane emigrato albanese, richiedente l'asilo, con un passato segnato da un padre ex membro dei servizi segreti albanesi durante la dittatura comunista. Tra Max e Ilir nasce una curiosa amicizia che s'intreccia con le loro vicende amorose: Bianca, colombiana, fidanzata di Ilir, reduce da una tragedia famigliare nel paese d'origine, causata dalla corruzione e dalla guerra civile; Alex, ragazza di buona famiglia, lacerata da un amore straziante nei confronti di Max.
Mohammed Soudani è nato nel 1949 a El-Asnam (Algeria) e vive in Svizzera dal 1972. Studi all'I.D.H.E.C. di Parigi. Cameraman e direttore della fotografia. Nel 1980, stage negli Stati Uniti. Dal 1987, molti spot pubblicitari. Lavora come regista e direttore della fotografia, tra l'altro per la TSI, e attualmente insegna discipline audiovisive alla SUPSI. Ha realizzato, tra gli altri, i documentari Nawa, l'homme et l'eau (1989), Yiribakro, bois sacré (1991), Abidjian, ville de contraste (1991), Hommage (1992), Murales (1992), World Top Model Lugano '95 (1995), Les diseurs d'histoires (1998), Vivere (2000), Il miracolo dei miracoli (2000), M'invento l'Oriente (2002), Guerre sans images (2002), Kart 26 (2004); e i lungometraggi di finzione Waalo Fendo (1997) e Roulette (2007).

Zu Fuss nach Santiago de Compostela
Bruno Moll, 2007
Sceneggiatura: Bruno Moll; fotografia: Bruno Moll, Roman Weishaupt; montaggio: Anja Bombelli; suono: Balthasar Jucker, Rolf Büttikofer; musica: Wädi Gysi; produzione: PS Film GmbH, Zürich. dvd, colore, v.o. romancia, sottotitoli tedeschi e francesi, 95'
Il film accompagna il pedagogo del teatro Roman Weishaupt durante i tre mesi del suo pellegrinaggio a Santiago de Compostela a partire dal suo villaggio grigionese di Degen. Weishaupt appartiene così alla schiera crescente di pellegrini che,per motivi diversi, seguono il cammino di Compostela, un percorso carico di storia e intrapreso da oltreun millennio. Euforia, soddisfazioni, contatti con molti individui, ma anche privazioni, discordie, dubbi, sfinimento fisico e mentale sono i compagni, oltre agli umori del cielo, del pellegrino durante questa esperienza alle frontiere dell'umano. Un roadmovie di genere diverso.
Bruno Moll è nato nel 1948 a Olten. Dal 1972 al 1974, formazione come fotografo a Zurigo. Dal 1975, libero fotografo, giornalista fotografico e assistente cameraman. Dal 1978, regista indipendente. Dal 1984 realizza anche documentari per la televisione. Ha realizzato molti documentari per il cinema e la televisione, tra i quali Samba Lento (1980), Das ganze Leben (1982), Hungerzeit (1987), Der Schuh des Patriarchen (1988), Gente di mare (1992), Die Bösen Buben (1993), Der Traum von der eigenen Firma (1993), Brain Concert (1998), Der Tunnel – 24 Stunden unter dem Gotthardmassiv (2001), Die Trommeln von Harar (2003), Wer keinen Pass hat ist ein Hund – Bertold Brecht und die Schweiz (2004), Erinnern (2005), Venedig soll sehr schön sein (2005), Die Tunisreise (2007), Zu Fuss nach Santiago de Compostela (2007); e i lungometraggi di finzione Hammer (1985) e Mekong (1995).

Die Tunisreise
Bruno Moll, 2007
Sceneggiatura: Bruno Moll; fotografia: Matthias Kälin; montaggio: Anja Bombelli; suono: Martin Witz; produzione: Fama Film AG, Zürich. dvd, colore, v.o. francese, sottotitoli tedeschi, 75'
Il film è dedicatola mitico viaggio intrapreso nell'aprile del 1914 dal grande pittore e disegnatore Paul Klee e dai suoi amici pittori, un periplo che è uno dei momenti forti della pittura contemporanea. Il cineasta tunisino Nacer Khemir, quasi cento anni dopo, rifà lo stesso circuitoche, partendo da Tunisi, passa per Sidi Bou Said, Hammamet e Kairouan. Il film segue Nacer Khemir, fortemente influenzato da Paul Klee, in un viaggio attraverso il proprio passato, la cultura e la storia del suo paese.
Bruno Moll (vedi scheda di Zu Fuss nach Santiago de Compostela).

Gli ultimi contadini di montagna di Prugiasco
Remo Legnazzi, 2007
Sceneggiatura: Remo Legnazzi; fotografia: Peter Guyer, Remo Legnazzi; montaggio: Remo Legnazzi; suono: Balthasar Jucker; musica: Vox Blenii; produzione: Remo Legnazzi Filmproduktion, Bern. dvd, colore, v.o. italiana, sottotitoli tedeschi e francesi, 95'
Trent'anni dopo Cronaca di Prugiasco, il film illustrala vita degli ultimi due contadini di montagna di Prugiasco, sull'arco delle quattro stagioni. Flavio, produttore di latte, soffre per la politica agricola svizzera e per il prezzo del latte troppo basso, mentre Elmo, che alleva capre, ripone le sue speranze in una nicchia alternativa del mercato. Gli altri personaggi del vecchio documentario son sono più contadini: Carlo affronta la vita da solo; Pia cerca di mantenere pulita la chiesa del villaggio e Rosa aspetta la morte in una casa per anziani. Il giardiniere Francesco cura i giardini degli Svizzeri tedeschi nella valle e tenta di impedire la scomparsa delle vecchie canzoni ticinesi interpretandole nel gruppo della Vox Blenii. Edo, figlio di Pia, mantiene in attività gli unici impianti di risalita della regione. Attraverso documenti d'archivio, il film riannoda il discorso con il passato della gente e del villaggio e mostra i cambiamenti sopravvenuti nei metodi di lavoro e nel ritmo di vita.
Remo Legnazzi è nato a Berna nel 1946. Si è diplomato in regia alla Hochschule für Fernsehen und Film di Monaco. È stato per due anni libero collaboratore presso la Bayerische Rundfunk. Dal 1974 è regista indipendente. Ha realizzato i documentari Buseto – Emigration aus einem sizilianischen Dorf (1974), Chronik von Prugiasco (1978), Zweiter Anfang (1980), My Mother is in Sri Lanka (1986), Abschied von der Gasse (1997), Die letzten Bergbauern von Prugiasco (2007); il cortometraggio Mir si ir gliche Schtrass (1979); e come co-autore i due film di finzione E nachtlang Füürland (1981) e Füürland 2 (1992).

Retour à Gorée
Pierre-Yves Borgeaud, 2007
Sceneggiatura: Emmanuel Gétaz, Pierre-Yves Borgeaud; fotografia: Camille Cottagnoud; montaggio: Daniel Gibel; suono: Carlo Thoss; musica: Youssou N'Dour; produzione: CAB Productions SA, Lausanne / Iris Productions, Luxembourg / Dreampixies, Vevey. 35mm, colore, v.o. francese e inglese, sottotitoli francesi e tedeschi, 108'
Nominato per il miglior documentario al Premio del cinema svizzero 2008.
Il film racconta il periplo del cantante senegalese Youssou N'Dour sulle tracce degli schiavi negri e della musica che hanno inventato: il jazz. La sfida del musicista africano è quella di riportare in Africa un repertorio jazzistico e di cantarlo a Gorée, l'isola simbolo della tratta dei negri, in omaggio a tutte le vittime della schiavitù. Guidato nella sua ricerca dal pianista ginevrino Moncef Genoud, Youssou N'Dour percorre gli Stati Uniti e l'Europa. Accompagnato da musicisti d'eccezione, incontra numerose personalità e crea, a partire da questi incontri, concerti, discussioni sulla schiavitù e una musica che trascende le culture. Da Atlanta a New Orleans, da New York a Dakar passando per il Lussemburgo, le canzoni si trasformano, s'impregnano di jazz e di gospel. Ma ormai il giorno del ritorno in Africa si avvicina e resta ancora molto da fare prima di essere pronti per il concerto finale…
Pierre-Yves Borgeaud è nato nel 1963 a Monthey. Nel 1990 si laurea in lettere all'Università di Losanna. Nel 1997 ottiene il diploma della New York University, Dipartimento Film, Video and Broadcasting, e nello stesso anno frequenta il Video Installation Workshop, Film/Video Arts, New York. Regista di film per il label dei dischi ECM. Fondatore della Momentum Production, Losanna. È autore dei cortometraggi Pierrot la folle (1986), Ancore une histoire d'amour (1990); dei documentari The Knitting Factory: outside the Mainstream (1996), Nils Setter Molvaer: Song of Sand (1997), Tomasz Stanko: Sleep safe and warm (1997), Anouar Brahem: Kashf / Stéphane Blok: Cyberceuse / Miles Post Mortem / Music Hotel / The Pulse (1998), Swiss Jam (1999), My Body Electric (2000), Inland (2001), Kolkam (2002), Family Music (2004), Retour à Gorée (2007); dei film sperimentali Don Li: time experience e Interface: Cartographie no. 3 (2003); ed è coautore del lungometraggio di finzione iXième, journal d'un prisonnier (2003).

Heimatklänge
Stefan Schwietert, 2007
Sceneggiatura: Stefan Schwietert; fotografia: Pio Corradi; montaggio: Stefan Krumbiegel; suono: Dieter Meyer; produzione: Maximage GmbH, Zürich. 35mm, colore, v.o. tedesca, sottotitoli francesi, 81'
Miglior documentario al Premio del cinema svizzero 2008.
Che cos'hanno in comune il grido di un bébé e l'eco provocata da un Jodler nelle montagne, la voce di testa di un nomade tuvin con la prestazione su scena di un artista vocale? La voce, per l'appunto. Sullo sfondo di maestose scenografie alpine e di paesaggi urbani moderni, Heimatklänge penetra nel meraviglioso mondo di tre eccezionali artisti svizzeri. Il loro universo sonoro va molto al di là di ciò che normalmente chiameremmo canto. Questi musicisti contribuiscono ad un promettente rinnovamento dell'arte vocale delle regioni alpine. Nei loro dialoghi sperimentali con le tradizioni locali e straniere, il mondo alpino e i suoi potenti panorami naturali diventano una scena, così come i paesaggi e i rumori di fondo della vita moderna.
Stefan Schwietert è nato nel 1961 a Esslingen (Germania) e è cresciuto in Svizzera, a Therwil. Realizza i suoi primi film nell'associazione dei videoamatori di Basilea. Lavora come assistente alla regia per la TV Globo nel campo del film musicale. Nel 1983 ottiene una borsa per il Californian Art Institute di San Francisco, dipartimento cinema e video. Dal 1984 al 1990 studia alla Deutsche Film- und Fernsehenakademie di Berlino. Nel 1991 fonda la Neapel Film, produzione e regia di film documentari. Insegna in scuole di cinema in Germania e in Svizzera. Ha realizzato i cortometraggi Das Topolino Project (1986) e Tapez 36-15 Code Gorba (1987); il lungometraggio di finzione Sprung aus den Wolken (1991); e i documentari Fulani 88, the Last Ten Days of a Campagne (1988), Der Schatten ist lang (1994), A Tickle in the Heart (1996), Im Warteraum Gottes (1998), El Acordeón del diablo (2000), Voyage Oriental (2000), Liebeslieder (2002), Das Alphorn (2003), Accordion Tribe (2004), Die Schwarze Madonna (2004) e Heimatklänge (2007).