Verband Schweizer Filmklubs und nicht-gewinnorientierter Kinos
Association suisse des ciné-clubs et des cinémas à but non lucratif
Associazione svizzera dei circoli del cinema e dei cinema senza scopo di lucro
Swiss Association of Film Societies and Non Profit Cinemas

Un po’ di cinema svizzero 2017

BELLINZONA - LUGANO - MENDRISIO - LOCARNO


21 marzo - 26 aprile 2017

Download programma con tutti i film / LOCANDINA pdf



Sempre e comunque. Sempre, perché è da oltre trent’anni che i cineclub del Ticino si sforzano di far conoscere anche al sud delle alpi il meglio del cinema svizzero recente dopo la vetrina delle Giornate di Soletta. Comunque, anche dopo l’improvvida decisione dell’Ufficio federale della cultura di sopprimere, per ragioni di risparmio dettate dalla politica, il contributo alla nostra e ad altre iniziative volte a promuovere nel paese la cultura cinematografica. Se abbiamo deciso di proseguire ugualmente su questo percorso, assumendoci non pochi rischi per le nostre già magre finanze, è perché crediamo fermamente nella necessità di portare sui nostri schermi almeno una selezione dei molti sguardi sul mondo e sulla Svizzera che una produzione nazionale sempre più ricca e interessante propone alle nostre coscienze. Una produzione che purtroppo è sempre più ignorata nel nostro Cantone da una programmazione commerciale che mira invece esclusivamente al profitto, offrendo perlopiù momenti di evasione spesso di scarsa qualità artistica.
Arrivare ad un programma dignitoso e rappresentativo di ciò che la scena cinematografica svizzera è in grado di offrire non è mai stato facile e quest’anno lo è stato ancor più del solito. Avremmo ad esempio voluto anche dar conto, com’è nostra abitudine, di quel che i registi ticinesi sono in grado di fare, ma le nostre punte di diamante, pur acclamate sotto i riflettori di Soletta (Fulvio Bernasconi con Miséricorde, Stefano Knuchel con Quand j’étais Cloclo) hanno preferito tentare l’uscita nelle sale e i loro distributori ci hanno negato delle anteprime. Vabbè, a loro vanno comunque i nostri auguri per il successo di pubblico che si meritano. Gli unici film “ticinesi” che figurano nel nostro programma sono quindi il bel documentario di Silvio Soldini Il fiume ha sempre ragione, anche se ha già potuto beneficiare di un passaggio televisivo, e quello scelto da Tiziana Soudani per la serata al Monte Verità di Ascona. Per il resto, confermando una tendenza che già avevamo individuato negli ultimi due anni, i film più interessanti sembrano essere prodotti nella Svizzera tedesca, soprattutto a Zurigo, che si sta affermando come la vera capitale del cinema svizzero.
Al di là della lingua dei titoli, che spesso può trarre in inganno, sono solo due i film romandi che figurano nella nostra selezione: Jean Ziegler, l’optimisme de la volonté di Nicolas Wadimoff, candidato ai Quartz come miglior documentario ma che si è già potuto vedere al Festival di Locarno, e Docteur Jack di Benoît Lange e Pierre-Antoine Hiroz, premio del pubblico a Soletta. Ma non bisogna credere che gli altri film puntino la loro attenzione solo sul territorio racchiuso tra il Gottardo e la Sarine. Da molto tempo, ormai, i cineasti svizzeri valicano i confini per mettere in scena il mondo intero: così Jacqueline Zünd con Almost There ci fa viaggiare tra gli Stati Uniti, il Giappone e la Spagna; Jan Gassmann in Europe, She Loves ci trasporta continuamente da Siviglia a Salonicco, da Tallin a Dublino; Heidi Specogna con Cahier africain ci immerge nella realtà straziata della Repubblica centroafricana; Rolando Colla gira il suo Sette giorni su un’isola delle Egadi; e Mehdi Sahebi in MIRR indaga il mondo dei contadini cambogiani. E anche ai due romandi citati prima i confini nazionali vanno stretti: il primo segue Jean Ziegler a Cuba, il secondo pedina il suo Docteur Jack tra le vie di Calcutta.
Un cinema svizzero, quindi, che si fa sempre più “cinema del mondo”, registi “svizzeri” (ma che spesso risiedono altrove o originari di altri paesi) sempre più nomadi. Consideriamolo pure uno degli effetti, per una volta positivo, della globalizzazione. Un cinema che ci invita a viaggiare, dentro e fuori di noi, dentro e fuori del nostro paese. Un cinema che ha bisogno di spettatori disposti a rimettersi in questione, ad interrogarsi su di sé e sul mondo, che sappiano anche apprezzare nuove forme di rappresentazione, che non si accontentano dei film fabbricati in serie per consolidare i nostri pregiudizi.
Michele Dell’Ambrogio
Circolo del cinema Bellinzona, coordinatore della rassegna

Entrata: CHF 10.-/8.-/6.-

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